Allenare il cervello!
Visti i risultati delle ricerche scientifiche, sembra proprio che avessero ragione i latini: mens sana in corpore sano.
Grazie allo studio dell'Università di Pisa, intitolato Train the brain (in italiano: "allena il cervello"), è "è ormai scientificamente provato che il movimento, soprattutto nella sua versione più fisiologica come camminare, nuotare o andare in bicicletta, porta enormi benefici al nostro sistema nervoso centrale - spiega Margherita Maffei, dirigente di ricerca all'Istituto di fisiologia clinica del Cnr a Pisa.
E rappresenta la terapia migliore per rallentare o per convivere con malattie degenerative come l'Alzheimer. Se per questa patologia, quindi, l'attività fisica è un trattamento efficace, non meno importante è la sua funzione nelle persone sane e giovani".
- "Il cervello è implicato in tutto e lo utilizziamo sempre, anche in attività semplici come salire le scale o fare giardinaggio". Magari meno con le nuove tecnologie che sembrano un ostacolo a questo "allena-mente".
"Il bisogno di tenere a mente ciò che ci è utile è venuto un po' a mancare con la diffusione degli smartphone, memoria mobile, leggera, esterna e relativamente economica che ci portiamo sempre dietro e a cui possiamo chiedere praticamente quasi tutto, dai numeri di telefono alla data di incoronazione di Carlo Magno, al compleanno di un amico.
E' certo molto comodo, ma quella parte del cervello che serviva a immagazzinare le informazioni e a processarle viene usata sempre meno - conferma Maffei -
Un esempio? I conti fatti a mente, da tempo un esercizio caduto in disuso, che i nostri nonni eseguivano senza problemi. Purtroppo non è raro incontrare persone, compresi studenti universitari, con gravi problemi a calcolare semplici percentuali.
Fin troppo scontato parlare dell'intelligenza spaziale, la capacità di orientarsi nei luoghi, una condizione cruciale per sopravvivere nella preistoria, ma ancora molto importante fino a pochi anni fa, prima che tutti delegassimo il compito a Google maps. E anche in questo caso grandi aree del cervello non si allenano più".
Fonte: estratto da un bell'articolo di Rita Nannelli, su Nuovo Consumo luglio/agosto 2013, in collaborazione con Informatore
Fonte immagine: publicdomaininvectors
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