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Cervello umano: apprendimento e neurobiologia della saggezza!




Come scrive Milan Kundera, «la stupidità deriva dall'avere una risposta per ogni cosa, mentre la saggezza deriva dall'avere, per ogni cosa, una domanda». Con spunti del genere si muovono le menti della ricerca, che per principio mette in discussione il gorgoglio di luoghi comuni, e motti, e proverbi che infestano il pensiero ordinario. Dici qualcosa? Provala. 

Non importa che si senta ripetere un consiglio da secoli: perché abbia un sostegno scientifico va sperimentato. Ma gli studiosi sanno essere onesti. Se i risultati delle indagini coincidono con le credenze antiche lo ammettono: la nonna aveva ragione. Come nella favola, quando allertava Cappuccetto Rosso su bosco e lupi. 


LA NEUROBIOLOGIA DELLA SAGGEZZA 

Si sta sviluppando un filone di studi, la neurobiologia della saggezza, che indaga l'evoluzione del cervello nel corso della vita dovuta alla stratificazione delle conoscenze. La saggezza di solito è associata all'età avanzata, ma in verità indica la capacità di cogliere l'essenza di situazioni complesse e di agire di conseguenza. 

Viene dal cumulo delle esperienze, dagli anni costellati da errori e successi, quando si applicano al presente le lezioni del passato. Anche un quarantenne può essere saggio. 



NON SI SMETTE MAI DI IMPARARE 

Vero. E non si dovrebbe mai smettere. Il cervello si adatta e si modifica ogni qualvolta impariamo una poesia, un esercizio, cambiando le connessioni tra i neuroni, gettando nuovi ponti tra le sue cellule nervose: la cosiddetta plasticità. Negli animali allevati in ambienti stimolanti, si sono trovate sinapsi più numerose che nei cervelli di quelli vissuti in gabbie standard. 


Un servizio di Eliana Liotta, giornalista, scrittrice e comunicatrice scientifica, tiene su iodonna.it il blog "Il bene che mi voglio" - estratto da Io Donna, 30/06/18


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