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L'arte mesopotamica ha una sua tradizione, che venne fondata dai Sumeri, il cui ricco repertorio iconografico è alla base dello sviluppo delle culture artistiche posteriori. L'arte dei Sumeri si rivela d'ispirazione e di carattere religioso: le statue, quasi tutte provenienti dai templi, hanno forme rigide, tendenzialmente geometriche.
L'espressione del volto, dai tratti sommari e comuni, si concentra nei grandi occhi sbarrati, con le pupille dipinte o incastonate. Numerosi sono anche i bassorilievi, dove, oltre ai consueti temi mitologici, compaiono soggetti storici, episodi di guerra, cerimonie.
Uno dei caratteri più originali dell'arte sumerica è il ricco repertorio animalistico (soprattutto tori e leoni che venivano posti a guardia delle dimore reali e dei templi) e già in questo periodo è ben attestata una produzione ceramica con vasi modellati a forma di animali e ornati d'incisioni.
- Il grande sviluppo artistico del periodo babilonese è documentato dalle imponenti rovine della città di Mari. La vivacità dei colori delle pitture, che ornavano il Palazzo, e l'eleganza del disegno confermano le notizie raccolte nell'archivio del Palazzo stesso sui rapporti tra la civiltà babilonese e la civiltà minoica, che fioriva in quei secoli nell'isola di Creta.
L'arte neo-babilonese sostituisce alla pietra il mattone smaltato (tecnica propria dei Cassiti, popolo dei monti Zagros) o la pittura a colori vetrificati. I soggetti sono per lo più simbolici e non più storici: assolvono una funzione decorativa, come i centoventi leoni smaltati della strada processionale di Babilonia.
Fonte: Atlante di Storia dell'Arte, De Agostini (2002)
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