Il mondo romano aveva vissuto, negli ultimi anni della Repubblica, un periodo di lotte cruente per il raggiungimento del potere, lotte che avevano coinvolto tutte le classi sociali trascinando Roma in terribili e logoranti guerre civili, che avevano dissanguato e stremato lo Stato romano.
Quando Ottaviano risolse definitivamente a proprio favore la guerra con Antonio nel 31 a.C., la cosa di cui ogni romano sentiva più bisogno era un periodo di pace. Ottaviano, divenuto principe, cioè primus inter pares anche se il potere era praticamente tutto nelle sue mani, ben incarnò questa esigenza divenendo l'artefice di quel periodo della storia romana che va sotto il nome di pace di Augusto (titolo con cui era indicato il principe nell'antica Roma).
- Augusto volle che a cantare la pace che portava il suo nome fossero i più grandi poeti della sua epoca, come Virgilio e Orazio e volle che fosse edificato un monumento a perenne testimonianza della pacificazione augustea: l'Ara Pacis Augustae.
All'interno dell'Ara, ogni anno doveva celebrarsi un sacrificio per ricordare la fine delle lotte interne e la nuova età dell'oro vissuta dai Romani.
L'Ara Pacis sorgeva, in origine, nel Campo Marzio e lì avvennero nel 1568 i primi ritrovamenti di lastre marmoree; oggi il monumento è stato ricostruito accanto al Mausoleo di Augusto a nord del Campo Marzio.
Fonte: estratto da Atlarte, l'Atlante di Storia dell'Arte (De Agostini)
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