Un posto di grande interesse all'interno della produzione artistica longobarda è rivestito soprattutto dall'oreficeria. Al VII secolo risalgono le numerose crocette sbalzate in lamina dorata, mentre più rari sono gli esempi di monetazione e di anelli-sigillo.
Risultati di notevole qualità vengono raggiunti soprattutto con le splendide croci gemmate (Croce di Adaloaldo), impreziosite con pietre inserite a freddo in trafori appositamente preparati. Lo stesso tipo di tecnica ritorna anche nella bellissima legatura dell'Evangeliario di Teodolinda, in oro, zaffiri e dischi di madre-perla.
Spesso le pietre, ma più frequentemente gli smalti e le paste vitree fuse, potevano essere anche inserite a caldo per raggiungere effetti più raffinati (Fibula a disco di Parma).
Caratteristiche sono anche le decorazioni che ornano le impugnature delle spade (ottenute con la tecnica della ageminatura), gli elmi (placchetta di Agilulfo) e gli scudi da parata. Questi ultimi erano costituiti da dischi di legno ricoperti di cuoio su cui venivano applicate curiose figurette decorative in bronzo (scudo di Stabio).
- Tra la fine del VII e gli inizi del VIII secolo si assiste a un'interessante diffusione dell'arte longobarda, per esempio documentata dai resti di S. Maria d'Aurona a Milano, dai capitelli della cripta di S. Eusebio a Pavia e dai plutei provenienti dall'Oratorio pavese di S. Michele alla Pusteria.
A questo periodo, denominato "Rinascenza liutprandea" dal nome del nuovo duca Liutprando, risalgono i pannelli dell'altare del duca Ratchis, il Battistero di Callisto e il Tempietto di S. Maria in Valle, ornato con affreschi e una fine decorazione a stucco.
Fonte: Atlarte, Atlante di Storia dell'Arte (De Agostini)
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