Roma
La scoperta a 15 metri sotto l'asfalto, proprio in prossimità della fermata San Giovanni, un grande bacino idrico della Roma Imperiale si staglia dietro le ruspe che scavano per la costruzione della Metro C.
Non è un rinvenimento come tanti, a fare la differenza sono le dimensioni: 35 metri per 70, che, ne fanno la vasca più grande mai ritrovata vicino al centro di Roma.
La struttura, foderata di coccio pesto idraulico, poteva conservare più di 4 milioni di litri d'acqua ed è l'elemento più rilevante di una fattoria di 14mila metri quadrati, con tanto di frutteto e orto, probabilmente di proprietà di un facoltoso liberto, come testimoniano le iniziali T.L. impresse sulle strutture.
Lo scavo della nuova stazione metropolitana ha consentito alla soprintendenza speciale dei beni archeologici di Roma di spingere le indagini a profondità, altrimenti non raggiungibili, così da poter ricostruire la storia del territorio e dell'uomo presente in quell'area dalla fine del VII secolo a.C.
Sintesi dell'articolo di Paola Pasquarelli
Fonte: La Nazione, 4 dicembre 2014
La scoperta a 15 metri sotto l'asfalto, proprio in prossimità della fermata San Giovanni, un grande bacino idrico della Roma Imperiale si staglia dietro le ruspe che scavano per la costruzione della Metro C.
Non è un rinvenimento come tanti, a fare la differenza sono le dimensioni: 35 metri per 70, che, ne fanno la vasca più grande mai ritrovata vicino al centro di Roma.
"Talmente grande - spiega Rossella Rea, responsabile scientifico degli scavi archeologici - che supera il perimetro del cantiere e non è stato possibile scoprirla interamente".
La struttura, foderata di coccio pesto idraulico, poteva conservare più di 4 milioni di litri d'acqua ed è l'elemento più rilevante di una fattoria di 14mila metri quadrati, con tanto di frutteto e orto, probabilmente di proprietà di un facoltoso liberto, come testimoniano le iniziali T.L. impresse sulle strutture.
Lo scavo della nuova stazione metropolitana ha consentito alla soprintendenza speciale dei beni archeologici di Roma di spingere le indagini a profondità, altrimenti non raggiungibili, così da poter ricostruire la storia del territorio e dell'uomo presente in quell'area dalla fine del VII secolo a.C.
Sintesi dell'articolo di Paola Pasquarelli
Fonte: La Nazione, 4 dicembre 2014
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