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Il ripasso: frequente e attivo


Già nel XIX secolo, lo psicologo Hermann Hebbinghaus aveva sottolineato come il decadimento delle informazioni apprese avvenga in maniera molto rapida, soprattutto nell'arco di tempo che va dai 20 ai 50 minuti dopo la loro assimilazione.

Nelle ore e nei giorni successivi, al contrario, l'oblio diminuisce o, addirittura, si stabilizza.

Ecco perchè i ripassi immediatamente seguenti allo studio sono importantissimi.

Ripassare, infatti, significa incidere ed inchiodare le informazioni nella memoria, per poterle riattivare e recuperare con maggiore felicità.

Se contraddistinta da metodo e rielaborazione personale, questa strategia è il vero segreto di una memoria eccezzionale, anche a distanza di tempo.

Come deve essere il ripasso?

In due parole: frequente, ovvero inserito al termine di ogni "fetta di studio", e attivo, ovvero ricco di domande di approfondimento o di ipotetici quesiti che il docente potrebbe porre una volta giunti in sede d'esame.


Ora puoi approfondire l'argomento dell'apprendimento a questo link.

Tratto da un vecchio numero di BeneFit, maggio 2003

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