E' tornato alla luce il santuario di Diana Umbronensis, la dea latina delle selve, protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, protettrice delle donne, cui assicurava parti non dolorosi, e dispensatrice della sovranità.
L'area sacra di età romana, databile tra il II e il III secolo a.C., è stata scoperta dal gruppo di archeologi che fa capo ad Alessandro Sebastiani, Elena Chirco e Matteo Colombini sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni archeologici della Toscana.
Hanno scavato, in località Scoglietto, lungo la strada che conduce a Marina di Alberese attraverso il Parco regionale della Maremma, un tempio composto da un piccolo sacello e almeno sette ambienti, alcuni dei quali con interessanti pavimentazioni in opus signinum e mosaico.
All'interno della struttura, che ha una superficie di circa 350 mq., sono state rinvenute tre statue raffiguranti Diana e suo fratello Apollo, più l'intero deposito votivo.
Fonte notizia: LA NAZIONE - Cultura & Spettacoli
L'area sacra di età romana, databile tra il II e il III secolo a.C., è stata scoperta dal gruppo di archeologi che fa capo ad Alessandro Sebastiani, Elena Chirco e Matteo Colombini sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni archeologici della Toscana.
Hanno scavato, in località Scoglietto, lungo la strada che conduce a Marina di Alberese attraverso il Parco regionale della Maremma, un tempio composto da un piccolo sacello e almeno sette ambienti, alcuni dei quali con interessanti pavimentazioni in opus signinum e mosaico.
All'interno della struttura, che ha una superficie di circa 350 mq., sono state rinvenute tre statue raffiguranti Diana e suo fratello Apollo, più l'intero deposito votivo.
Fonte notizia: LA NAZIONE - Cultura & Spettacoli
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