“Per migliorare la memoria non è necessario essere dei fenomeni, basta incrementare un particolare tipo di attenzione, quella selettiva”.
Lo afferma Alberto Oliverio, direttore dell’Istituto di Psicobiologia e Psicofarmacologia del CNR di Roma, nonché professore di Psicobiologia all’Università “La Sapienza”.
“Salvo vere e proprie malattie – sostiene Oliverio – i limiti della memoria dipendono da una scarsa capacità di prestare attenzione, e quindi di codificare le esperienze in modo valido e duraturo”. Un ragazzo che non ricorda nulla della lezione appena svolta, non ha problemi di memoria bensì di attenzione e motivazione.
Per migliorare la memoria, si deve incrementare la cosiddetta “attenzione selettiva”, che implica anzitutto un coinvolgimento dei sensi attraverso cui è percepito il messaggio: per esempio, prestare maggiore attenzione alle sue caratteristiche visive, uditive, gustative, olfattive e tattili. In poche parole: attraverso i famosi cinque sensi.
La Programmazione neuro-linguistica si è soffermata sull’importanza di usare e sviluppare i cinque sensi sin da quando è stata creata da Bandler e da Grinder ed è un piacere, per me, scoprire che anche un esimio Professore come Alberto Oliverio, si sofferma sull’importanza di coinvolgere al massimo i cinque sensi nell’apprendimento.
Giancarlo Fornei
Fonte: Mente & Cervello di gennaio 2007 – nella rubrica “Storia della Mente”, trovi il bellissimo articolo di Oliverio da cui ho preso spunto.
Lo afferma Alberto Oliverio, direttore dell’Istituto di Psicobiologia e Psicofarmacologia del CNR di Roma, nonché professore di Psicobiologia all’Università “La Sapienza”.
“Salvo vere e proprie malattie – sostiene Oliverio – i limiti della memoria dipendono da una scarsa capacità di prestare attenzione, e quindi di codificare le esperienze in modo valido e duraturo”. Un ragazzo che non ricorda nulla della lezione appena svolta, non ha problemi di memoria bensì di attenzione e motivazione.
Per migliorare la memoria, si deve incrementare la cosiddetta “attenzione selettiva”, che implica anzitutto un coinvolgimento dei sensi attraverso cui è percepito il messaggio: per esempio, prestare maggiore attenzione alle sue caratteristiche visive, uditive, gustative, olfattive e tattili. In poche parole: attraverso i famosi cinque sensi.
La Programmazione neuro-linguistica si è soffermata sull’importanza di usare e sviluppare i cinque sensi sin da quando è stata creata da Bandler e da Grinder ed è un piacere, per me, scoprire che anche un esimio Professore come Alberto Oliverio, si sofferma sull’importanza di coinvolgere al massimo i cinque sensi nell’apprendimento.
Giancarlo Fornei
Fonte: Mente & Cervello di gennaio 2007 – nella rubrica “Storia della Mente”, trovi il bellissimo articolo di Oliverio da cui ho preso spunto.
Commenti