Negli ultimi vent’anni gli studi sul rapporto tra sonno e memoria si sono moltiplicati e hanno portato a riconoscere il ruolo cruciale del sonno sugli effetti dell’apprendimento. Si è così dimostrato che prima e dopo aver imparato qualcosa di nuovo, il nostro cervello ha bisogno di dormire.
Gli scienziati sono ormai convinti che il sonno sia parte integrante dell’apprendimento e della memoria. Durante il sonno, ogni 90 minuti si alternano la fase REM (Movimenti oculari rapidi) e la fase NREM (il sonno non rem, composto di quattro stadi). Nella fase REM, è molto attivo l’ippocampo, che svolge una forte azione nella memorizzazione.
Le ricerche dimostrano che se non si dorme entro le prime 24 ore dopo aver imparato qualcosa, il ricordo delle nuove informazioni andrà perduto. Inoltre, è ormai certo che durante il sonno, il nostro cervello continua ad imparare anche se ha smesso di esercitarsi. Anche i sonnellini diurni sono sorprendentemente benefici. Diversi celebri ingegni creativi, come Leonardo Da Vinci, Salvador Dalì e Thomas Edison amavano schiacciare un pisolino durante il giorno.
Infine, quasi tutti questi studi, confermano che dormire prima della fase di studio predispone il cervello all’apprendimento, mentre un buon sonno dopo l’esercizio innesca il consolidamento dei ricordi per mezzo della plasticità neurale. Se invece priviamo il nostro cervello del sonno, abbiamo effetti variabili sulla memoria, che dipendono dal significato emotivo del ricordo.
Per esempio: se restiamo senza dormire per 36 ore prima di imparare qualcosa, avremo una minor capacità di ricordare di ben il 40 per cento. La cosa ancor più brutta è che abbiamo maggiori problemi a ricordare le cose belle e positive, mentre su quelle negative la mancanza di sonno influisce in maniera minore.
Il risultato di queste ricerche, conferma quanto vado dicendo da molti anni ormai (ed ho scritto anche nella mia dispensa “Come apprendere meglio, affrontare e superare un esame”), che in vista di un esame o interrogazione, per migliorare la memoria, è opportuno, prima di addormentarsi, ripassare i propri appunti. Quando il subconscio entra in azione accadono delle cose meravigliose e al Tuo risveglio sarai sorpreso di quante cose Ti sono rimaste in mente.
Giancarlo Fornei
Se Ti piace l’argomento, trovi un articolo molto bello di Matthew P. Walker (professore associato di psicologia alla Harvard University) su Mente & Cervello di Novembre/Dicembre 2006.
Gli scienziati sono ormai convinti che il sonno sia parte integrante dell’apprendimento e della memoria. Durante il sonno, ogni 90 minuti si alternano la fase REM (Movimenti oculari rapidi) e la fase NREM (il sonno non rem, composto di quattro stadi). Nella fase REM, è molto attivo l’ippocampo, che svolge una forte azione nella memorizzazione.
Le ricerche dimostrano che se non si dorme entro le prime 24 ore dopo aver imparato qualcosa, il ricordo delle nuove informazioni andrà perduto. Inoltre, è ormai certo che durante il sonno, il nostro cervello continua ad imparare anche se ha smesso di esercitarsi. Anche i sonnellini diurni sono sorprendentemente benefici. Diversi celebri ingegni creativi, come Leonardo Da Vinci, Salvador Dalì e Thomas Edison amavano schiacciare un pisolino durante il giorno.
Infine, quasi tutti questi studi, confermano che dormire prima della fase di studio predispone il cervello all’apprendimento, mentre un buon sonno dopo l’esercizio innesca il consolidamento dei ricordi per mezzo della plasticità neurale. Se invece priviamo il nostro cervello del sonno, abbiamo effetti variabili sulla memoria, che dipendono dal significato emotivo del ricordo.
Per esempio: se restiamo senza dormire per 36 ore prima di imparare qualcosa, avremo una minor capacità di ricordare di ben il 40 per cento. La cosa ancor più brutta è che abbiamo maggiori problemi a ricordare le cose belle e positive, mentre su quelle negative la mancanza di sonno influisce in maniera minore.
Il risultato di queste ricerche, conferma quanto vado dicendo da molti anni ormai (ed ho scritto anche nella mia dispensa “Come apprendere meglio, affrontare e superare un esame”), che in vista di un esame o interrogazione, per migliorare la memoria, è opportuno, prima di addormentarsi, ripassare i propri appunti. Quando il subconscio entra in azione accadono delle cose meravigliose e al Tuo risveglio sarai sorpreso di quante cose Ti sono rimaste in mente.
Giancarlo Fornei
Se Ti piace l’argomento, trovi un articolo molto bello di Matthew P. Walker (professore associato di psicologia alla Harvard University) su Mente & Cervello di Novembre/Dicembre 2006.
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